Concorso di progettazione di Housing Sociale | Figino (MI)

About Project

Concorso di progettazione | 2009

Crediti
Prestazione professionale svolta: progetto preliminare
Funzioni: residenza, servizi
Progetto preliminare: 2009
Con: E. Gozzetti, C. A. Maggiore
Architettura del paesaggio:  L. Gatti
Collaboratori: P. Berlanda, G. Castaldo, C. Judica, B. Kim, P. Lombardi, M. Pestellini, B. Sedini, A. Soana, P. Trebeschi

 

Descrizione del progetto: 

Introduzione generale al progetto
Le scelte progettuali presentate sono l’esito di una riflessione sulla complessiva esperienza delle residenze sociali e di una rilettura delle recenti sperimentazioni europee di “social housing” alla luce di quella ricerca della qualità dell’abitare che è ha guidato nel passato i più consistenti progetti di edilizia economica a Milano. Ci riferiamo in particolare alle esperienze di Ferrini e Broglio nel primo Novecento e agli interventi di architetti come Albini, Gardella, Bottoni, che nel dopoguerra hanno dato vita ad un’ampia esplorazione sulle possibilità dell’architettura di dare forma e carattere all’abitare moderno, in opposizione all’ideologia funzionalista fondata su rigide standardizzazioni dei bisogni dell’uomo. La condivisione di quei principi ci porta a guardare con diffidenza  gli esercizi di esibizione formale che contraddistinguono alcuni recenti esempi internazionali di architettura sociale e a concentrare invece la ricerca progettuale sul rapporto tra i contenuti sociali del programma e il contesto. La specificità del contesto territoriale di Figino offre al tema del “social housing” una inconsueta occasione per sperimentare progettualmente la possibilità di integrare la ricerca di nuovi modelli abitativi con la necessità di stabilire una relazione forte con una preesistente struttura insediativa, oggi in decadenza.  Tale struttura oltre ad essere una referenza contestuale imprescindibile per il progetto, custodisce nella sua forma concreta un complesso sistema di relazioni in cui è fissato da sempre il rapporto virtuoso tra la comunità e il suo territorio. Attivando una specie di rispecchiamento tra progetto e contesto (tra vecchio borgo e nuovo borgo) la nostra proposta si fonda sulla lettura dei caratteri morfologici del nucleo di Figino, caratterizzato dal tessuto compatto e introverso delle corti agricole, agganciate ai segmenti che formano l’asse centrale di via Zanzottera e via Morelli, non tanto per dedurre modelli tipologici da replicare quanto piuttosto per operare una traduzione di valori spaziali, di consolidati rapporti dimensionali che restituiscano nel nuovo quartiere l’appropriatezza di una scala insediativa a misura della comunità. In tal senso la corte agricola rappresenta un riferimento programmatico del progetto in quanto costituisce una unità urbana integrata, un dispositivo in cui coesistono e si relazionano funzioni diverse (residenziali e produttive), formando il tessuto sociale stesso della comunità residente e in cui si realizza il rapporto organico tra città e campagna. La  trascrizione dei valori che caratterizzano e danno identità al vecchio borgo ha guidato il progetto nell’interpretare il programma e nel definire le articolate relazioni tra i molteplici soggetti che comporranno la nuova comunità, il rapporto tra spazio pubblico e spazio privato, la richiesta di qualità architettonica e comfort ambientale, il soddisfacimento dei desideri e dei diversi stili di vita dei futuri utenti delle residenze sociali.

Il  nuovo “Borgo Sostenibile” è pensato nel suo insieme come una “Open Community” inclusiva (in opposizione ai modelli globali delle “Gated Communities” esclusive ed isolate rispetto al contesto) in cui le ragioni della tutela della privacy dello spazio abitativo sono coniugate con le istanze di riqualificazione e dotazione di spazi e servizi pubblici per il vecchio borgo di Figino. Il rapporto tra spazio pubblico e spazio privato è declinato in un’articolata sequenza di spazi di transizione “dalla casa alla strada” (percorsi esterni, ingressi puntuali al quartiere, strada interna, corti aperte) che favoriscono lo scambio tra gli abitanti proteggendo allo stesso tempo la loro dimensione privata.

Inserimento urbanistico. Interpretazione dell’identità del luogo e delle interazioni con il quartiere di Figino
Il nuovo quartiere è disposto nell’area di progetto, a cavallo della via Rasario, lungo una strada interna pedonale che organizza lungo l’asse est-ovest tutti gli spazi aperti e i volumi edificati.
Sopperendo alla carenza di adeguati luoghi per la socialità, l’integrazione con l’insediamento preesistente è realizzato dal progetto attraverso la formazione di nuovi spazi pubblici di qualità da condividere. Il nuovo carico insediativo previsto, destinato ad aumentare l’attuale popolazione di Figino approssimativamente del 50%, è compensato in particolare dalla formazione di una centralità di servizio per tutta la comunità disposta alla confluenza tra la futura strada di accesso da via Novara e la via Rasario, una piazza, in cui sono concentrati tutti i servizi locali e urbani previsti, i servizi integrativi per l’abitare e i sevizi commerciali.
L’asse nord-sud di via Rasario è così trasformato dal progetto in un nuovo spazio di connessione, un viale di collegamento tra il nucleo storico del borgo e il nuovo insediamento, affacciato a sud verso la campagna. Le emergenze rappresentate dalla chiesa parrocchiale di S. Materno e dalla nuova piazza (caratterizzata dai volumi contrapposti del Centro Servizi e del Borgo Assistito) segnano rispettivamente gli ingressi al borgo storico di Figino e al nuovo “Borgo Sostenibile” dando forma ad un sistema bipolare integrato e riconoscibile che organizza le principali funzioni sociali e collettive (la chiesa, la cooperativa, i nuovi servizi sociali). Si viene così a determinare una struttura urbana simmetrica in cui i due borghi, pur conservando propri ambiti privati si relazionano condividendo i luoghi fondamentali del culto e della vita pubblica.

Qualità architettonica complessiva

Il progetto si propone di realizzare un insediamento innovativo e di qualità dal punto di vista abitativo, sociale, e ambientale. Nel suo insieme esso integra una struttura morfologica articolata che regola i diversi gradi di relazione tra interno ed esterno con la ricerca delle migliori condizioni ambientali ed energetiche per favorire la sostenibilità del nuovo “borgo”.
Lo schema planivolumetrico definisce due ambiti principali, di diversa estensione, che si affacciano e si congiungono lungo il tratto nord-sud di via Rasario. Lo spazio intermedio definisce una piazza pubblica su cui prospettano le principali funzioni di servizio alla collettività da condividere con gli abitanti di tutto il quartiere di Figino (servizi urbani e locali, servizi commerciali, “borgo assistito”).
Nel settore più esteso, disposto tra via Rasario e il fontanile Maiera, l’idea-guida della “open community” si realizza attraverso la disposizione dei volumi, che definiscono un ambito interno circoscritto e articolato da un sistema di quattro corti aperte, ma comunicante con l’esterno per mezzo di ingressi puntuali dimensionalmente diversificati. Il lato nord è definito da una cortina ondulata formata da tre edifici in linea che, piegandosi progressivamente, separano lo spazio interno pedonale dall’ambito della nuova strada di collegamento est-ovest. Il fronte sud degli edifici è caratterizzato dalle linee orizzontali del porticato e delle logge lungo le quali scorrono schermature grigliate. L’organizzazione architettonica di questo fronte permette di valorizzare e rappresentare la varietà e la molteplicità d’uso delle abitazioni.
Verso sud una sequenza di quattro edifici a corte aperta, affacciati sulla strada pedonale, consente di definire il margine “poroso” tra le due diverse scale che condizionano le relazioni dell’area di progetto: la scala del quartiere a nord, caratterizzato dalla prossimità tra i fabbricati che avvolgono lo spazio aperto, e la scala del Parco agricolo a sud, in cui le ampie distese delle aree inedificate, attraversate dalla grande viabilità (via Novara, tangenziale) consentono di leggere i profili e i volumi caratteristici del nuovo paesaggio urbano.
Sulla strada pedonale affacciano gli spazi interni delle corti, che si aprono tra le testate ad altezza variabile dei corpi trasversali. Verso le aree agricole i prospetti loggiati dei corpi rivolti a sud, tra loro distaccati, formano un’ordinata sequenza che fissa sinteticamente l’immagine del quartiere.
Il settore disposto a ovest di via Rasario è caratterizzato dal volume del “borgo assistito” affacciato sulla piazza e da una corte disposta in continuità con lo spazio pedonale che attraversa longitudinalmente tutto il nuovo insediamento.

Caratteristiche funzionali, tipologiche e costruttive con speciale riferimento al modello abitativo proposto
La distribuzione delle funzioni, dei servizi e delle diverse tipologie residenziali, è coerente con la caratterizzazione dei diversi luoghi generati dal nuovo insediamento.
Tutti i servizi locali e urbani e la maggior parte dei negozi sono organizzati intorno alla piazza pubblica. Gli spazi commerciali occupano i piani terra degli edifici; il ristorante, la portineria, la gestione sociale, il “co-lavoro” e la “living room” sono concentrati all’interno dell’edificio di testata sul lato nord, che assume il carattere di edificio pubblico. Sul lato opposto della strada il “borgo assistito” forma un’unità edilizia autonoma che segna l’ingresso al settore occidentale dell’insediamento.
Tutti gli alloggi sono progettati secondo schemi modulari che permettono di realizzare tutte le tipologie abitative richieste massimizzando allo stesso tempo la flessibilità interna degli edifici e di variare la composizione sociale delle diverse unità edilizie. Lungo i fabbricati in linea che definiscono il margine nord del quartiere un porticato distribuisce alcuni spazi commerciali in prossimità della piazza, gli ingressi comuni ai fabbricati e gli ingressi separati agli alloggi-studio. La disposizione in duplex di questi ultimi, garantisce la relazione diretta dei locali studio con lo spazio pubblico della strada pedonale, e allo stesso tempo la privacy degli spazi più privati della casa. I due piani superiori sono distribuiti da ballatoi che consentono l’affaccio di tutti i locali abitabili verso sud dotandoli di un sistema continuo di logge. All’ultimo livello un ballatoio sovrapposto alle logge dei piani sottostanti distribuisce schiere discontinue di duplex arretrati per formare giardini privati di transizione tra lo spazio domestico e il ballatoio.
Gli edifici a corte sono composti da fabbricati distribuiti a ballatoio, dotati di logge schermate rivolte verso sud, e da corpi laterali con alloggi medi e grandi serviti direttamente dai corpi scala. Al piano terra tutti gli alloggi, prevalentemente destinati agli utenti “deboli” del quartiere sono dotati di giardini privati che proteggono la privacy delle abitazioni. Sulle testate rivolte verso la strada pedonale sono collocati i più piccoli alloggi-studio.
Il settore ovest dell’insediamento oltre il “borgo assistito” organizza quattro edifici residenziali che formano una quinta corte distribuita a ballatoio.
In continuità con l’area didattica e ricreativa, disposta all’estremità orientale dell’area di progetto, è stato collocato l’”eco-club”.

Fruibilità e disegno degli spazi pubblici e semi-pubblici, organizzazione dei percorsi stradali, ciclabili e pedonali
La scelta di connettere la nuova bretella viabilistica proveniente da sud con via Rasario lungo il limite meridionale dell’area di progetto è anch’essa motivata dalla volontà di assegnare all’asse nord-sud il carattere di una infrastruttura urbana di connessione e distribuzione dei flussi in entrata e in uscita. Su di essa convergono le rampe provenienti dalle autorimesse interrate e la strada di servizio alle abitazioni disposta sul limite nord dell’area di progetto. Il proseguimento di quest’ultima permette il collegamento automobilistico con via Silla oltre il fontanile Maiera dando accesso al settore orientale dell’area di progetto, luogo di relazione e di svago, che è concepito come una “porta” aperta sul Parco Sud, verso il sistema dei parchi esistenti (Bosco in Città, Parco di Trenno, Parco delle Cave).
La nuova strada di collegamento tra il segmento nord-sud di via Rasario e via Silla permette di rafforzare il rapporto tra il nuovo insediamento e la campagna e di strutturare il margine sud dell’area con un percorso ciclo-pedonale (praticabile dai mezzi di servizio) a fianco del quale si propone la riapertura della roggia (oggi non funzionante) che si congiunge ai fontanili Materno  e Maiera. Il percorso ciclabile permette di collegare il borgo di Figino con la rete dei percorsi leggeri che strutturano il Parco Sud e con la rete urbana delle piste ciclabili.
Tutti gli spazi pubblici interni all’area di progetto sono organizzati da una strada pedonale alberata che ha la funzione di spina dorsale dell’intero insediamento, di luogo di transito, di incontro e di collegamento tra i diversi spazi di transizione dagli ambiti privati a quelli pubblici (giardini privati, spazi comuni di ingresso agli edifici, varchi di ingresso al quartiere dalle strade e dai percorsi ciclo-pedonali). Inoltre ha la funzione di connettere l’insediamento con il borgo di Figino attraverso la nuova piazza, l’area pubblica attrezzata a est e la scuola esistente oltre il fontanile Materno.
Ristabilire il principio di relazione con il luogo che accoglie l’uomo, e le sue attività, è il presupposto di base al quale si ispira il progetto di recupero e valorizzazione paesaggistica dell’area.
La proposta paesaggistica parte da un forte principio di restituzione nei confronti delle componenti naturali, stravolte dalla logica insediativa che negli anni ne ha sconvolto l’ordine e l’organicità, relegandole ad un ruolo residuale e sminuendone così le potenzialità ambientali. L’intervento consente la costituzione di una fascia ecotonale al margine con il Parco agricolo, ampiamente fruibile, che scorre come un nastro verde da est ad ovest, restituendo alla roggia il suo ruolo originario, e ricreando il paesaggio campestre che, riportato ad un ruolo preminente e non più relegato negli interstizi delle frange urbane, dialoga coerentemente con il nuovo ruolo assunto dal comparto abitativo, attraverso una serie di punti di contatto e di compenetrazione funzionale.
La rinaturalizzazione delle sponde delle rogge, restituisce loro l’importante ruolo ideale ed ecologico di connessione tra gli spazi aperti, e da elemento di separazione diventa filo connettivo di una trama di paesaggio multifunzionale.
La continuità tra lo spazio pubblico di progetto e le aree agricole circostanti è rafforzata dalle aree destinate agli orti per la produzione di prodotti a Km 0 per il comparto abitativo, disposte su tre lati dell’insediamento lungo le linee d’acqua che lo perimetrano, nonché dall’inserimento di funzioni didattiche come il Centro per la Biodiversità (”eco-club”), dove poter imparare a conoscere ed osservare l’ambiente.

Descrizione del progetto: 

Introduzione generale al progetto
Le scelte progettuali presentate sono l’esito di una riflessione sulla complessiva esperienza delle residenze sociali e di una rilettura delle recenti sperimentazioni europee di “social housing” alla luce di quella ricerca della qualità dell’abitare che è ha guidato nel passato i più consistenti progetti di edilizia economica a Milano. Ci riferiamo in particolare alle esperienze di Ferrini e Broglio nel primo Novecento e agli interventi di architetti come Albini, Gardella, Bottoni, che nel dopoguerra hanno dato vita ad un’ampia esplorazione sulle possibilità dell’architettura di dare forma e carattere all’abitare moderno, in opposizione all’ideologia funzionalista fondata su rigide standardizzazioni dei bisogni dell’uomo. La condivisione di quei principi ci porta a guardare con diffidenza  gli esercizi di esibizione formale che contraddistinguono alcuni recenti esempi internazionali di architettura sociale e a concentrare invece la ricerca progettuale sul rapporto tra i contenuti sociali del programma e il contesto. La specificità del contesto territoriale di Figino offre al tema del “social housing” una inconsueta occasione per sperimentare progettualmente la possibilità di integrare la ricerca di nuovi modelli abitativi con la necessità di stabilire una relazione forte con una preesistente struttura insediativa, oggi in decadenza.  Tale struttura oltre ad essere una referenza contestuale imprescindibile per il progetto, custodisce nella sua forma concreta un complesso sistema di relazioni in cui è fissato da sempre il rapporto virtuoso tra la comunità e il suo territorio. Attivando una specie di rispecchiamento tra progetto e contesto (tra vecchio borgo e nuovo borgo) la nostra proposta si fonda sulla lettura dei caratteri morfologici del nucleo di Figino, caratterizzato dal tessuto compatto e introverso delle corti agricole, agganciate ai segmenti che formano l’asse centrale di via Zanzottera e via Morelli, non tanto per dedurre modelli tipologici da replicare quanto piuttosto per operare una traduzione di valori spaziali, di consolidati rapporti dimensionali che restituiscano nel nuovo quartiere l’appropriatezza di una scala insediativa a misura della comunità. In tal senso la corte agricola rappresenta un riferimento programmatico del progetto in quanto costituisce una unità urbana integrata, un dispositivo in cui coesistono e si relazionano funzioni diverse (residenziali e produttive), formando il tessuto sociale stesso della comunità residente e in cui si realizza il rapporto organico tra città e campagna. La  trascrizione dei valori che caratterizzano e danno identità al vecchio borgo ha guidato il progetto nell’interpretare il programma e nel definire le articolate relazioni tra i molteplici soggetti che comporranno la nuova comunità, il rapporto tra spazio pubblico e spazio privato, la richiesta di qualità architettonica e comfort ambientale, il soddisfacimento dei desideri e dei diversi stili di vita dei futuri utenti delle residenze sociali.

Il  nuovo “Borgo Sostenibile” è pensato nel suo insieme come una “Open Community” inclusiva (in opposizione ai modelli globali delle “Gated Communities” esclusive ed isolate rispetto al contesto) in cui le ragioni della tutela della privacy dello spazio abitativo sono coniugate con le istanze di riqualificazione e dotazione di spazi e servizi pubblici per il vecchio borgo di Figino. Il rapporto tra spazio pubblico e spazio privato è declinato in un’articolata sequenza di spazi di transizione “dalla casa alla strada” (percorsi esterni, ingressi puntuali al quartiere, strada interna, corti aperte) che favoriscono lo scambio tra gli abitanti proteggendo allo stesso tempo la loro dimensione privata.

Inserimento urbanistico. Interpretazione dell’identità del luogo e delle interazioni con il quartiere di Figino
Il nuovo quartiere è disposto nell’area di progetto, a cavallo della via Rasario, lungo una strada interna pedonale che organizza lungo l’asse est-ovest tutti gli spazi aperti e i volumi edificati.
Sopperendo alla carenza di adeguati luoghi per la socialità, l’integrazione con l’insediamento preesistente è realizzato dal progetto attraverso la formazione di nuovi spazi pubblici di qualità da condividere. Il nuovo carico insediativo previsto, destinato ad aumentare l’attuale popolazione di Figino approssimativamente del 50%, è compensato in particolare dalla formazione di una centralità di servizio per tutta la comunità disposta alla confluenza tra la futura strada di accesso da via Novara e la via Rasario, una piazza, in cui sono concentrati tutti i servizi locali e urbani previsti, i servizi integrativi per l’abitare e i sevizi commerciali.
L’asse nord-sud di via Rasario è così trasformato dal progetto in un nuovo spazio di connessione, un viale di collegamento tra il nucleo storico del borgo e il nuovo insediamento, affacciato a sud verso la campagna. Le emergenze rappresentate dalla chiesa parrocchiale di S. Materno e dalla nuova piazza (caratterizzata dai volumi contrapposti del Centro Servizi e del Borgo Assistito) segnano rispettivamente gli ingressi al borgo storico di Figino e al nuovo “Borgo Sostenibile” dando forma ad un sistema bipolare integrato e riconoscibile che organizza le principali funzioni sociali e collettive (la chiesa, la cooperativa, i nuovi servizi sociali). Si viene così a determinare una struttura urbana simmetrica in cui i due borghi, pur conservando propri ambiti privati si relazionano condividendo i luoghi fondamentali del culto e della vita pubblica.

Qualità architettonica complessiva

Il progetto si propone di realizzare un insediamento innovativo e di qualità dal punto di vista abitativo, sociale, e ambientale. Nel suo insieme esso integra una struttura morfologica articolata che regola i diversi gradi di relazione tra interno ed esterno con la ricerca delle migliori condizioni ambientali ed energetiche per favorire la sostenibilità del nuovo “borgo”.
Lo schema planivolumetrico definisce due ambiti principali, di diversa estensione, che si affacciano e si congiungono lungo il tratto nord-sud di via Rasario. Lo spazio intermedio definisce una piazza pubblica su cui prospettano le principali funzioni di servizio alla collettività da condividere con gli abitanti di tutto il quartiere di Figino (servizi urbani e locali, servizi commerciali, “borgo assistito”).
Nel settore più esteso, disposto tra via Rasario e il fontanile Maiera, l’idea-guida della “open community” si realizza attraverso la disposizione dei volumi, che definiscono un ambito interno circoscritto e articolato da un sistema di quattro corti aperte, ma comunicante con l’esterno per mezzo di ingressi puntuali dimensionalmente diversificati. Il lato nord è definito da una cortina ondulata formata da tre edifici in linea che, piegandosi progressivamente, separano lo spazio interno pedonale dall’ambito della nuova strada di collegamento est-ovest. Il fronte sud degli edifici è caratterizzato dalle linee orizzontali del porticato e delle logge lungo le quali scorrono schermature grigliate. L’organizzazione architettonica di questo fronte permette di valorizzare e rappresentare la varietà e la molteplicità d’uso delle abitazioni.
Verso sud una sequenza di quattro edifici a corte aperta, affacciati sulla strada pedonale, consente di definire il margine “poroso” tra le due diverse scale che condizionano le relazioni dell’area di progetto: la scala del quartiere a nord, caratterizzato dalla prossimità tra i fabbricati che avvolgono lo spazio aperto, e la scala del Parco agricolo a sud, in cui le ampie distese delle aree inedificate, attraversate dalla grande viabilità (via Novara, tangenziale) consentono di leggere i profili e i volumi caratteristici del nuovo paesaggio urbano.
Sulla strada pedonale affacciano gli spazi interni delle corti, che si aprono tra le testate ad altezza variabile dei corpi trasversali. Verso le aree agricole i prospetti loggiati dei corpi rivolti a sud, tra loro distaccati, formano un’ordinata sequenza che fissa sinteticamente l’immagine del quartiere.
Il settore disposto a ovest di via Rasario è caratterizzato dal volume del “borgo assistito” affacciato sulla piazza e da una corte disposta in continuità con lo spazio pedonale che attraversa longitudinalmente tutto il nuovo insediamento.

Caratteristiche funzionali, tipologiche e costruttive con speciale riferimento al modello abitativo proposto
La distribuzione delle funzioni, dei servizi e delle diverse tipologie residenziali, è coerente con la caratterizzazione dei diversi luoghi generati dal nuovo insediamento.
Tutti i servizi locali e urbani e la maggior parte dei negozi sono organizzati intorno alla piazza pubblica. Gli spazi commerciali occupano i piani terra degli edifici; il ristorante, la portineria, la gestione sociale, il “co-lavoro” e la “living room” sono concentrati all’interno dell’edificio di testata sul lato nord, che assume il carattere di edificio pubblico. Sul lato opposto della strada il “borgo assistito” forma un’unità edilizia autonoma che segna l’ingresso al settore occidentale dell’insediamento.
Tutti gli alloggi sono progettati secondo schemi modulari che permettono di realizzare tutte le tipologie abitative richieste massimizzando allo stesso tempo la flessibilità interna degli edifici e di variare la composizione sociale delle diverse unità edilizie. Lungo i fabbricati in linea che definiscono il margine nord del quartiere un porticato distribuisce alcuni spazi commerciali in prossimità della piazza, gli ingressi comuni ai fabbricati e gli ingressi separati agli alloggi-studio. La disposizione in duplex di questi ultimi, garantisce la relazione diretta dei locali studio con lo spazio pubblico della strada pedonale, e allo stesso tempo la privacy degli spazi più privati della casa. I due piani superiori sono distribuiti da ballatoi che consentono l’affaccio di tutti i locali abitabili verso sud dotandoli di un sistema continuo di logge. All’ultimo livello un ballatoio sovrapposto alle logge dei piani sottostanti distribuisce schiere discontinue di duplex arretrati per formare giardini privati di transizione tra lo spazio domestico e il ballatoio.
Gli edifici a corte sono composti da fabbricati distribuiti a ballatoio, dotati di logge schermate rivolte verso sud, e da corpi laterali con alloggi medi e grandi serviti direttamente dai corpi scala. Al piano terra tutti gli alloggi, prevalentemente destinati agli utenti “deboli” del quartiere sono dotati di giardini privati che proteggono la privacy delle abitazioni. Sulle testate rivolte verso la strada pedonale sono collocati i più piccoli alloggi-studio.
Il settore ovest dell’insediamento oltre il “borgo assistito” organizza quattro edifici residenziali che formano una quinta corte distribuita a ballatoio.
In continuità con l’area didattica e ricreativa, disposta all’estremità orientale dell’area di progetto, è stato collocato l’”eco-club”.

Fruibilità e disegno degli spazi pubblici e semi-pubblici, organizzazione dei percorsi stradali, ciclabili e pedonali
La scelta di connettere la nuova bretella viabilistica proveniente da sud con via Rasario lungo il limite meridionale dell’area di progetto è anch’essa motivata dalla volontà di assegnare all’asse nord-sud il carattere di una infrastruttura urbana di connessione e distribuzione dei flussi in entrata e in uscita. Su di essa convergono le rampe provenienti dalle autorimesse interrate e la strada di servizio alle abitazioni disposta sul limite nord dell’area di progetto. Il proseguimento di quest’ultima permette il collegamento automobilistico con via Silla oltre il fontanile Maiera dando accesso al settore orientale dell’area di progetto, luogo di relazione e di svago, che è concepito come una “porta” aperta sul Parco Sud, verso il sistema dei parchi esistenti (Bosco in Città, Parco di Trenno, Parco delle Cave).
La nuova strada di collegamento tra il segmento nord-sud di via Rasario e via Silla permette di rafforzare il rapporto tra il nuovo insediamento e la campagna e di strutturare il margine sud dell’area con un percorso ciclo-pedonale (praticabile dai mezzi di servizio) a fianco del quale si propone la riapertura della roggia (oggi non funzionante) che si congiunge ai fontanili Materno  e Maiera. Il percorso ciclabile permette di collegare il borgo di Figino con la rete dei percorsi leggeri che strutturano il Parco Sud e con la rete urbana delle piste ciclabili.
Tutti gli spazi pubblici interni all’area di progetto sono organizzati da una strada pedonale alberata che ha la funzione di spina dorsale dell’intero insediamento, di luogo di transito, di incontro e di collegamento tra i diversi spazi di transizione dagli ambiti privati a quelli pubblici (giardini privati, spazi comuni di ingresso agli edifici, varchi di ingresso al quartiere dalle strade e dai percorsi ciclo-pedonali). Inoltre ha la funzione di connettere l’insediamento con il borgo di Figino attraverso la nuova piazza, l’area pubblica attrezzata a est e la scuola esistente oltre il fontanile Materno.
Ristabilire il principio di relazione con il luogo che accoglie l’uomo, e le sue attività, è il presupposto di base al quale si ispira il progetto di recupero e valorizzazione paesaggistica dell’area.
La proposta paesaggistica parte da un forte principio di restituzione nei confronti delle componenti naturali, stravolte dalla logica insediativa che negli anni ne ha sconvolto l’ordine e l’organicità, relegandole ad un ruolo residuale e sminuendone così le potenzialità ambientali. L’intervento consente la costituzione di una fascia ecotonale al margine con il Parco agricolo, ampiamente fruibile, che scorre come un nastro verde da est ad ovest, restituendo alla roggia il suo ruolo originario, e ricreando il paesaggio campestre che, riportato ad un ruolo preminente e non più relegato negli interstizi delle frange urbane, dialoga coerentemente con il nuovo ruolo assunto dal comparto abitativo, attraverso una serie di punti di contatto e di compenetrazione funzionale.
La rinaturalizzazione delle sponde delle rogge, restituisce loro l’importante ruolo ideale ed ecologico di connessione tra gli spazi aperti, e da elemento di separazione diventa filo connettivo di una trama di paesaggio multifunzionale.
La continuità tra lo spazio pubblico di progetto e le aree agricole circostanti è rafforzata dalle aree destinate agli orti per la produzione di prodotti a Km 0 per il comparto abitativo, disposte su tre lati dell’insediamento lungo le linee d’acqua che lo perimetrano, nonché dall’inserimento di funzioni didattiche come il Centro per la Biodiversità (”eco-club”), dove poter imparare a conoscere ed osservare l’ambiente.

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